E tu… che cosa provi dentro il tuo silenzio?
Lo ami o lo detesti?
È un baccano frastornante o un vuoto taciturno?
A me ci è voluto del tempo per apprezzare il mio silenzio, tante volte mi ha fatto paura, spesso ho provato ad allontanarlo.
Col senno di poi, credo che questo fosse solo un tentativo di fuggire da me stessa, dagli scheletri che covavo, paure e ansie che involontariamente si accumulano durante la vita e che vengono fuori puntualmente nei silenzi più profondi, quando è la vita stessa che ti chiama e ti sollecita a fare i conti con le tue ombre più oscure.
Beh, io durante la mia vita, spesso, sono arrivata lunga, se così si può dire… ho indossato delle corazze di forza smagliante, belle luccicanti, giuste per ogni occasione e nel contempo ho accatastato a poco a poco ogni paura, anche la più piccola, nell’angolo più buio della mia stanza, in modo tale da dimenticarmene quanto più rapidamente possibile.
Ma la vita batte sempre cassa. Sempre.
Soprattutto nel silenzio.
E quel suono diventa assordante, martellante, pedante.
Più investiamo il nostro tempo per la comprensione di noi stessi, l’accettazione dei nostri angoli bui, la tolleranza dei nostri disagi spigolosi, più saremo pronti ad amarlo quel silenzio. E ad amarci.
Questo è un periodo fatto di solitudine per alcuni, di lacrime per altri, ed è vero andrà sicuramente tutto bene, ma solo se sfruttiamo al meglio questo suono assordante. Solo se da questo silenzio impariamo finalmente qualcosa. E ci respiriamo sopra. E gli dedichiamo spazio, perché il tempo ce lo hanno già dato: lo abbiamo tanto reclamato che ci è caduto dal cielo senza alcun preavviso.
Occorre dedicargli spazio, consapevolmente.
Spazio nei nostri polmoni, spazio dietro ai nostri occhi, spazio attorno al nostro corpo. Così tanto spazio da amare la nostra stessa compagnia, così tanto spazio da imparare ad amare gli altri in maniera disinteressata, pura.
Occorre respirare per scacciare le paure, è necessario che le lacrime scorrano libere per rendere il peso più lieve, è giusto chiedere aiuto se le corazze non sono abbastanza per fare il loro dovere.
E lasciare andare. Abbandonarsi. Goderselo quel fottutissimo Silenzio.
E finalmente imparare ad amare.
Grazie per aver letto fino a qui, mi auguro di poterci abbracciare presto.
Per me il silenzio è il luogo dei pensieri senza parole, forze antiche che provano a prendere il controllo, una specie di mostri con molte teste che colpiscono velocissimo, e mi lasciano ferito e debole. A volte, ho bisogno di parlare con qualcuno per mettere intorno a queste bestie il recinto delle parole, che riescono a dare un senso, mi sottraggono dall’infuriare dei colpi, e quindi posso anche lasciar scorrere via tutto il malessere e guardarlo con più serenità.
Grazie per il video e la riflessione, Giuli!
Un abbraccio!
Gianluca
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Meraviglioso leggerti, spero che l’articolo ti abbia dato qualche spunto anche per accoglierlo questo silenzio … ti abbraccio
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Bellissima canzone, in questo momento di difficoltà abbiamo tutti bisogno di volerci bene e imparare a stare bene con con noi stessi ascoltando il suono del silenzio ♥️
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Prima stare bene con noi stessi e con il nostro silenzio…
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